Mi ricordo di un fatto che mi raccontò un sacerdote. Due uomini andarono a trovare una mistica nel suo letto di sofferenze: Marthe Robin.
Questa disse a uno di loro: "Tu sei sacerdote per sempre". Lui uscì fuori e pianse. Sappiamo del racconto di Lot, che fu avvertito lui e la sua famiglia di non guardare indietro mentre Sodoma e Gomorra venivano sterminate dalle fiamme. Ma la moglie di Lot si volse indietro e diventò una statua. Ricordiamo anche di Gesù che fece invito ad altri dopo gli apostoli di seguirlo, ma accamparono scuse, sicché il loro cuore non era disposto a dare la vita per la missione del Maestro. Quanti di noi cristiani accampano scuse quando devono rendere testimonianza alla Verità o per rispetto umano, o perché ne avranno una persecuzione, e si tirano indietro. Quanti avevano vissuto una vocazione, poi l'abbandonano.
Quel volgersi indietro sembra una rinuncia alla Verità, per stare nel compromesso.
Nel Vangelo di Lc 9, 61-62
"Un altro disse: «Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il Regno di Dio".
Gesù ci disse che non si può servire due padroni, Dio o Mammona (che è l'espressione di tutti i piaceri). S. Paolo disse anche che i desideri della carne si oppongono a quelli dello Spirito, e aggiunge "sicché non fate ciò che vorreste". In pratica non siete più liberi, ma schiavi delle passioni.
Fate le considerazioni per voi stessi, non fatele per gli altri, ma la Verità è questa.

Qui la misericordia di Bergoglio c'entra come il cavolo a merenda. E' strano che un ex vescovo non conosca o dica alla moglie quali sono le leggi che regolano il matrimonio cattolico. Qui non si tratta di un divorziato che vuole risposarsi. Ma di un vescovo svestito che può tranquillamente (anche se con dispensa papale) sposarsi in chiesa. Piuttosto si pentisse della sua infedeltà a Dio avendo giurato di vivere in castità.