Crociato
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Accadde oggi...

ACCADDE OGGI, ESATTAMENTE 54 ANNI FA. 12 DICEMBRE 1969, STRAGE DI PIAZZA FONTANA A MILANO.

Iniziò un attacco feroce al paese, che avrebbe escluso ogni possibile autonomia e sovranità.
Avvenne alla Banca Nazionale dell'Agricoltura, una banca pubblica, che secondo i piani degli occupanti con tanto di firma davanti all'entrata di Montecitorio, non doveva esistere.
Fu l'incipit di un massacro ventennale, con statisti uccisi, carneficine pianificate per uccidere più persone possibili e omicidi mascherati da incidenti, che si concluse nel 1992, col trattato di Maastricht e mani pulite, che tagliarono definitivamente la testa alla nazione.
La festa sul Britannia, in contemporanea a questi avvenimenti, certificò la caduta totale, definita, assoluta, successivamente alla quale potè iniziare la più atroce spoliazione massiva che un paese occidentale abbia mai visto e che in questi giorni sta assestando gli ultimi colpi.
Su quelle stragi inaugurate mezzo secolo fa, non esiste ancora una verità né processuale, né storica, né tantomeno giustizia.
Se chiedi ai giovani di oggi, nelle scuole ed anche fuori, cosa accadde a piazza Fontana o a Bologna, non lo sanno;
Se gli chiedi chi era Moro o Mattei o cos'era l'IRI, ti cadono dalle nuvole.
Abbiamo ucciso quei morti due volte, uccidendo noi stessi.
In particolare negli ultimi trent'anni abbiamo visto sbriciolare la nostra storia, la nostra ricchezza, il nostro futuro.
E non abbiamo fiatato ed anzi abbiamo sostenuto convintamente i vari traditori, di ogni colore e provenienza politica, che a turno hanno tirato la propria pugnalata al cuore di un paese sotto attacco, che in ginocchio veniva scippato senza pietà.
Oggi, da altre parti, decidono i nostri bilanci, le nostre cessioni, le tassazioni criminali, la devastazione di pensioni, diritti e accesso alla salute.
Davanti ai nostri occhi chiusi e accondiscendenti, vediamo i nostri rappresentanti prendere ordini e indicazioni per fare il male del popolo, in maniera evidente, ufficiale persino.
E, ridotti a nulla, ne sosteniamo persino le ragioni.
Non conosciamo il nostro passato, abbiamo perso ogni amor di patria, adoriamo tutto ciò che ha radici estranee e origine esterna.
Di fronte alla frana che abbiamo davanti, ci giriamo dall'altra parte, affamati dell'ultima parte di individualismo suicida che ci resta, credendo che il disastro toccherà sempre agli altri.
Ma abbiamo perso ogni dignità, ogni virtù, ogni visione d'insieme.
Ci facciamo felicemente prendere in giro da saltimbanchi, che non fanno altro, ogni giorno, che smentire se stessi e i propri impegni e non ne proviamo alcuna vergogna.
Siamo solo l'ultimo percolato di ciò che fummo e ci sta anche bene.
Oggi neanche un quotidiano ricorda quel terribile giorno di tanti anni fa.
L'oblio è il nostro ultimo orizzonte.
L'ultima ed inutile anestesia, mentre, sotto i ferri del nemico, gli ultimi battiti si stanno spegnendo.

Marco Palladino