Ospitalità e convivenza: sono la stessa cosa o c'è una differenza tra loro? Risponde Padre Angelo

Quesito preso dal sito "amicidomenicani.it"

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Cosa si intende per convivenza e quando dormire sotto lo stesso tetto costituisce un peccato?

Quesito

Caro Padre Angelo
Sono un ragazzo fidanzato che cerca di seguire il Signore. La ringrazio di questa sua bella rubrica e del tempo che mi dedicherà.
Brevemente la mia situazione è questa. Ho conosciuto una ragazza che abita molto lontano da casa mia e ci siamo fidanzati. Per stare insieme io andavo a casa sua e lei e la sua famiglia mi ospitavano e viceversa. Stiamo insieme già da un po’ e cerchiamo di fare un cammino di fede, ma un sacerdote che frequentiamo e di cui ci fidiamo molto, dopo avergli spiegato molto bene la situazione ci ha chiaramente detto che se lei viene a stare da me o io da lei non possiamo prendere la comunione e non si parlava di sessualità perché sa che ci stiamo astenendo cercando di vivere la castità, ne parlava soprattutto per un motivo di testimonianza e difesa del matrimonio. Un altro sacerdote in confessione ha detto a lei che se non abbiamo rapporti è tutto ok. Ed un altro a me in confessione non ha detto niente, mi ha solo dato una penitenza.
Io ho sempre creduto che il problema della convivenza fosse fingere un matrimonio senza prendersi gli impegni che esso prevede e per questo fosse peccato. E non vedendo nessun’altra possibilità di stare insieme io andavo a stare a casa sua e lei veniva a casa mia (per periodi di 1, massimo 2 settimane) altrimenti non ci saremmo neanche potuti mettere insieme. Non pensavo che farsi ospitare, dormire nella stessa casa fosse già peccato in se, e anche grave. Adesso lei frequenta la mia stessa università e quindi possiamo vederci qui, altrimenti come avremmo dovuto fare? Non posso neanche ospitarla a dormire da me nella casa che ho in affitto con altri coinquilini universitari come si usa fare tra giovani se ho capito bene.
In nessun caso possiamo dormire sotto lo stesso tetto?
Forse è la società che è completamente traviata e ci ha abituato a dire sempre in ogni occasione "che fa? che male c’è?". Sia fatta la volontà di Dio. Vorrei solo capire meglio se e perché è peccato.
Spero tanto in tutto questo tempo di non aver fatto sacrilegio ad ogni Comunione alla quale mi sono accostato.

Dio la benedica

Risposta del sacerdote

Carissimo,
intanto lodo la tua volontà e quella della tua ragazza di vivere il tempo del fidanzamento secondo il disegno di Dio. Non avrete mai a pentirvene.
Anzi, lo ringrazierete in eterno.

1. Venendo adesso al problema che mi hai posto: a stretto rigore di termini nel tuo caso non si può parlare di convivenza.
Questa comporta la volontà stabile di vivere insieme ed è caratterizzata dai rapporti sessuali.
Ora in voi non c’è la volontà di convivere, ma di passare qualche giorno insieme per meglio conoscervi e per incrementare la vostra intesa.
Soprattutto non c’è la volontà dei rapporti sessuali.

2. Di per sé dunque non dovrebbero esservi problemi per accedere ai sacramenti della Confessione e della S. Comunione.
Di fatto voi vivete stabilmente in grazia di Dio.

3. Come mai allora la disparità di vedute tra i sacerdoti ai quali hai esposto la tua situazione?
Credo che tutto dipenda da valutazioni pastorali che è necessario tenere presenti perché il vostro comportamento è davanti a tutti.
E davanti a tutti dovete essere come lampada che brilla in luogo oscuro.

4. Allora capisco come mai il sacerdote che frequentate e che pur sa che vivete in castità vi dica di astenervi dal fare la Santa Comunione.
Teme che venga meno la vostra esemplarità.
Del resto tanti potrebbero dire: “eh, quei due lì parlano di purezza e poi passano una settimana o due insieme. Non ce la vengano a contare”.
Tuttavia astenervi dalla Santa Comunione confermerebbe il loro giudizio. E questo sarebbe certamente scandaloso.

5. Il secondo sacerdote che avete sentito ha detto che tutto è ok perché vivete nella purezza.
È vero, ma quello che vi ha detto il sacerdote che frequentate tiene presente un aspetto che il secondo sacerdote non ha valutato: quello dell’esemplarità.
San Paolo a proposito di una particolare questione dice che tutto potrebbe essere lecito, ma non tutto conveniente: “Tutto è lecito!». Ma non tutto è utile! «Tutto è lecito!». Ma non tutto edifica” (1 Cor 10,23).
E ancora: “Se qualcuno non credente vi invita e volete andare, mangiate tutto quello che vi viene posto davanti, senza fare questioni per motivo di coscienza. Ma se qualcuno vi dicesse: «E’ carne immolata in sacrificio», astenetevi dal mangiarne, per riguardo a colui che vi ha avvertito e per motivo di coscienza; della coscienza, dico, non tua, ma dell’altro. Per qual motivo, infatti, questa mia libertà dovrebbe esser sottoposta al giudizio della coscienza altrui?” (1 Cor 10,27-29).

6. Il terzo sacerdote si è limitato a darvi la penitenza. Forse gli sono sembrate sufficienti le risposte dei due precedenti.

7. Che fare allora?
Bisogna evitare che altri pensino male e che questo pensiero sia per loro motivo di inciampo.
Cogliete tutte le occasioni per ribadire i valori nei quali credete e che dormire sotto lo stesso tetto non equivale a dormire insieme.

8. Sottoponi al tuo sacerdote questa mia valutazione, ricordando che il non fare la S. Comunione avvallerebbe il sospetto di un comportamento sbagliato.
Diglielo con molta umiltà.
D’altra parte vai a stare qualche giorno in casa con i suoi genitori e non soltanto con lei. E tutto è predisposto in modo da garantire per la privacy di ognuno.

9. Per quanto riguarda te: non hai commesso alcun sacrilegio perché hai fatto la Santa Comunione in grazia di Dio.

Ti ringrazio per l’augurio che hai formulato per me.
Ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.

Padre Angelo